MARGIACCHI
Dinastia di sensali al servizio del vino

Nell’era di Internet, dove soprattutto i giovani si inventano mille nuovi mestieri, c’è anche chi preferisce abbracciare una delle più antiche attività mercantili qual è quella, tanto per usare una vecchia definizione, del sensale del vino.
E’ il caso di Giovanni Margiacchi, aretino di San Giustino Valdarno, che da alcuni anni ha intrapreso l’attività che fu di suo padre Riccardo e di suo nonno Gregorio, continuando così una tradizione che dura ormai da settantaquattro anni.
Nella Firenze di Dante, quella del Duecento e del Trecento, la Firenze delle Arti Maggiori e Minori, i sensali, riferiti principalmente a quelli che si occupavano del commercio della lana, rappresentavano una categoria molto importante. Una categoria alla quale Giovanni è orgoglioso di appartenere. Un lavoro, amava ricordare nonno Gregorio al figlio Riccardo, che è il “più bello del mondo perché si acquista la merce degli altri pagandola con i soldi degli altri”.
“Però è anche vero”, spiega Giovanni Margiacchi, “che noi ci mettiamo ugualmente un capitale enorme: la moralità e la serietà. Quando andiamo a trattare l’acquisto di uve e di vino, noi rappresentiamo un’azienda e naturalmente dobbiamo cercare di rappresentarla al meglio!”.
Ai nostri giorni siamo abituati a parlare del mondo del vino sotto diversi aspetti, ne conosciamo le tante figure che vi gravitano attorno, tanti protagonisti, ma tra i quali non figurano mai gli intermediari, cioè i sensali, il cui compito è di mettere in relazione fra loro i vignaioli e gli imbottigliatori. Eppure anche questo tipo di attività ha grande importanza per il settore.

Gregorio Margiacchi

Quando nel 1926 Gregorio Margiacchi dette il via a quella che è diventata una vera dinastia di sensali, le aziende imbottigliatrici nella sua zona (province di Arezzo e Firenze) erano poche. La gran parte del vino era venduta sfusa e trasportata direttamente in botte o in damigiane, talvolta nei fiaschi impilati nelle enormi ``ceste`` trainate dai cavalli.

1926

Riccardo Margiacchi

Nei primi anni '50 subentra il figlio Riccardo, il quale imprime una svolta all'attività ampliando il raggio d'azione.
''Il prodotto locale non bastava più per reggere l'azienda'', ricorda Giovanni, ''per cui mio padre decise di introdursi in nuovi mercati, acquistando vini nel meridione per conto di aziende del nord e del centro Italia. La sua attività passò dunque dal livello provinciale a quello nazionale''.
Per oltre vent'anni Riccardo Margiacchi ha continuato a lavorare soprattutto sui grandi numeri; d'altra parte tutto il settore, perfino quello della ricerca, era orientato all'epoca più verso la quantità che la qualità del prodotto.

1950

Giovanni Margiacchi

All'inizio degli anni '80 arriva la svolta verso consumi più qualificati, grazie anche alle stesse aziende per le quali Margiacchi lavorava. ''Ancora una volta'', dice il figlio Giovanni, ''mio padre ha avuto l'intelligenza, e anche la fortuna, di abbandonare alcuni mercati e di specializzarsi sui prodotti locali, sia toscani che di altre regioni, cercando nicchie di mercato che potessero soddisfare le esigenze d'imbottigliatori che miravano più alla qualità che alla quantità e al prezzo''.

1980

Ilaria e Laura Margiacchi

Riccardo Margiacchi continua l'attività lavorativa in prima persona fino ai primi anni '90, dopodiché, a causa di problemi di salute, passa il testimone a Giovanni, la terza generazione di questa dinastia di sensali del vino.
Con il ricco portafoglio clienti, oltre un centinaio di aziende in Toscana e alcune decine in altre regioni, il padre gli trasmette anche importanti valori umani: la serietà, la concretezza negli affari e la riservatezza.
''Meglio lavorare di meno, diceva, ma seguire con maggiore attenzione sia i vignaioli sia le aziende imbottigliatrici. Il nostro è un lavoro dove è importante il contatto umano, la fiducia reciproca''.
Oggi questo tipo d'attività è ulteriormente cambiato, perché bisogna conoscere le lingue straniere e la legislazione in materia. E' importante inoltre coinvolgere le parti sotto l'aspetto della documentazione relativa ai controlli e a tutta la pletora di norme da seguire.
Giovanni Margiacchi che viene da una formazione scolastica economico/commerciale incarna benissimo questa nuova figura professionale.
Gli chiediamo se è soddisfatto di questa sua scelta. ''Certamente! Mio padre è stato un maestro di vita, ma anche di lavoro. Grazie a lui l'inserimento in questa attività non è stato difficile, ecco perché gli sono riconoscente. Un ringraziamento che mi sento di rivolgere anche alle aziende vinicole, produttori ed imbottigliatori, con le quali lavoriamo, con alcune anche da vari decenni, aziende che sono cresciute di pari passo con lo sviluppo del vino italiano. E' un ringraziamento, quello a mio padre Riccardo e quello ai nostri clienti, che mi consente di affrontare il futuro con maggior fiducia''.

1990